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Politica a Roma I Municipio 29 settembre 2021 Sabrina Alfonsi: Patto di Comunità Dal Primo Municipio al Campidoglio Dopo otto
anni alla guida del Primo Municipio di Roma Capitale, ecco che Sabrina Alfonsi ha
deciso, in occasione della sua candidatura come capolista del Partito
Democratico alle prossime elezioni comunali, di racchiudere in un libro le
vicende politiche, le sensazioni, le persone che hanno segnato la sua avventura
a capo di un Municipio grande come una media città di provincia, ma cos’è il
Patto di Comunità e perché è da considerare un’esperienza positiva per la città?
Sabrina
Alfonsi, come nasce l’idea di questo libro? “In realtà
non avrei mai pensato di scrivere un libro, ma questo libro nasce con due idee
fondamentali alla base, ovvero che la politica deve offrire una restituzione di
quello che ha fatto, perché oggi c’è bisogno di dar conto ai cittadini e agli
elettori del lavoro fatto durante il proprio mandato, e siccome ho deciso di
candidarmi al Consiglio Comunale l’idea è quella di non candidarmi solo su
quello che ho intenzione di fare, sulla mia visione di Roma, ma soprattutto su quello
che è stato il lavoro da me svolto in questi anni e l’esperienza maturata. Inoltre
penso che le cosiddette “buone pratiche” bisogna estenderle, copiarle e farle
conoscere… perché possono essere importanti per il rilancio della nostra città.
Cos’è il
patto di comunità? “Nel nostro
territorio, come anche negli altri, c’è una grande partecipazione attiva e ci
sono associazioni, il terzo settore, gli imprenditori, insomma un mondo che si
muove. Il Patto di Comunità crea una rete tra tutti questi soggetti che
singolarmente e insieme agli altri firmano un patto con l’Ente locale affinché
possano diventare parte dell’amministrazione. Ad esempio durante il lockdown
tutti abbiamo detto che non bisognava lasciare indietro nessuno, e come fare in
un Municipio grande come Trieste? Attraverso il Patto di Comunità è stato
possibile, perché se il cittadino ha bisogno di qualcosa non passa più
solamente tramite l’Ente locale, ma rivolgendosi con la propria necessità ad
una delle 122 realtà che compongono il patto, potrà cercare la risposta
migliore. Pertanto è chiaro che in questo modo si arriva meglio alla
cittadinanza e riesci veramente a dare delle risposte totali. Inoltre
questa rete crea delle iniziative comuni, come ad esempio la spesa sospesa
durante il lockdown, ovvero la possibilità per le famiglie rimaste senza
reddito ed in stato di necessità urgente di poter acquistare beni grazie ad un
accordo fatto dal Municipio con supermercati e negozi del territorio che si
sono messi a disposizione per creare carrelli con la spesa sospesa. I cittadini
hanno donato beni di prima necessità, poi le associazioni aderenti hanno
ritirato i beni, altre hanno fatto i pacchi ed altre ancora li hanno
distribuiti presso le famiglie”.
Che
Municipio lascia alla sua o al suo successore? “Solo per
fare alcuni esempi: lascio un territorio in grande trasformazione, ad esempio
c’è il progetto di Borgo Caselli, oppure di Campo Testaccio, che è stato
bloccato dalla sindaca Raggi, ma che può essere ripreso con un cambio di
Amministrazione. Lasciamo il
rifacimento degli edifici privati ma anche con partecipazione pubblica sui
portici di Piazza Vittorio, lasciamo un Municipio che sta continuando a fare
una riqualificazione dei giardini pubblici sul territorio ed infine lasciamo un
Municipio che sta spendendo ben 11 milioni di euro in edilizia scolastica”.
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