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Cultura a Antrodoco 26 aprile 2021 Viaggi in Sabina: Antrodoco Seconda tappa del nostro percorso tra le bellezze della regione Antrodoco è il tipico
comune italiano, piccolo e custodito dai suoi poco più di duemila abitanti, che
se non hai qualcuno (parente, amico, conoscente) che ci abita o te lo
consiglia, non ci andrai mai. Perché sta lì, nascosto,
quasi teneramente protetto a livello territoriale e geografico dalla madre
Rieti, indiscutibile punto di riferimento di tutta la regione. Poi, un giorno, ti arriva
il consiglio giusto e una giornata qualunque te la ricordi per sempre. Perché
di Antrodoco, quando sei già in macchina sulla via del ritorno, ti resta
l’immagine di un piccolo scrigno, uno dei tanti che il nostro Paese, spesso
noncurante di tutte le gemme incastonate nel suo territorio, non mette in
risalto come dovrebbe. E allora ti fermi a
pensare come sia possibile che il paese della famosa “battaglia di Antrodoco”
(marzo 1821), primo grande scontro risorgimentale e certamente preludio a
quello che poi sarà tutto il complesso storico degli avvenimenti che porteranno
all’Unità d’Italia, non venga valutato e rivalutato come da diritto acquisito
dalla storia e dall’architettura. Sì, anche in quella
Antrodoco è uno scrigno nascosto ai più: tra i monumenti più interessanti
infatti, sarebbe un vero e proprio sacrilegio non citare la parrocchiale
dell’Assunta, di struttura iniziale basso medievale ma poi riedificata quasi
integralmente agli inizi del Settecento, secolo in cui la volontà di
ricostruire e valorizzare opere di età medievale fu certamente incrementata,
non solo ad Antrodoco ma in tutta la Sabina storica. Non solo però, perché fu
messo a punto anche un capillare restauro di alcuni capolavori quattrocenteschi
e poi rinascimentali, come la splendida croce in rame dorato (XV secolo), che
chi entra nella parrocchiale dell’Assunta non può che ammirare con l’incanto di
chi apre un vecchio baule impolverato e dentro trova oro a palate. Ancora: il battistero di
San Giovanni è ricco, all’interno, di affreschi caratteristici del
Quattrocento. Poi, senza voler in alcun
modo sminuire nessuna delle meraviglie che abbiamo incontrato finora nel nostro
piccolo grande viaggio, non possiamo che inchinarci di fronte ad una vera e
propria incisione naturale, le “gole di Antrodoco”, delle lunghe valli profonde
tra il monte Giano e il monte Serrone, teatro anche di alcune storiche
battaglie, come la sconfitta dell’esercito francese nel 1799, proprio per la
posizione strategico-geografica, che garantiva maggiore copertura per lunghi
tratti della guerra. L’invito finale dunque
qual è: quello di ascoltare sempre i consigli. Perché, chissà, potreste
imbattervi un giorno, in un piccolo comune pregiato e di rara bellezza, proprio
dove non ve lo sareste mai aspettato. Alle falde del monte Giano.
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