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Politica a Roma

20 dicembre 2020
Monica Lozzi, tra bilanci e nuove sfide
Intervista alla Presidente del VII Municipio e candidata a Sindaco di Roma

Arrivati alla fine del 2020, anno reso difficilissimo per via della pandemia di Covid-19 che ha travolto tutto il mondo, è tempo di bilanci e di nuove sfide per il 2021, dove anche a Roma i cittadini saranno chiamati alle urne per eleggere il sindaco (o sindaca). In attesa di capire quali saranno le candidature definitive per questa importantissima carica, iniziamo a parlare del Municipio VII di Roma, esempio di buongoverno, dal quale l’attuale presidente Monica Lozzi ha deciso di lanciare la sfida alla Raggi e non solo, candidandosi a sindaco con una lista civica “Revoluzione Civica”. Dalle parole della presidente Lozzi possiamo trarre alcuni interessanti spunti su questi anni al vertice del Municipio VII e quali sono le sue ricette per la città di Roma.



Presidente proviamo a tracciare un bilancio del suo mandato alla guida del Municipio VII. Quali sono le cose più importanti fatte e gli obiettivi già raggiunti?


Direi che sono stati 4 anni e mezzo molto impegnativi, ma anche densi di soddisfazione. Io e la mia squadra non abbiamo lesinato energie, dedicando tantissimo tempo al territorio ed ai nostri cittadini. Siamo riusciti ad ottenere molti risultati e questo ci conforta, anche se siamo consapevoli che tanto deve ancora essere fatto.

Quando possibile abbiamo fornito pronte risposte alle emergenze, e nel contempo non abbiamo tralasciato di realizzare nuove opere con il coinvolgimento dei cittadini nella fase progettuale, realizzando tutto nella massima trasparenza. Siamo stati l’unica struttura di Roma Capitale a utilizzare negli ultimi tre anni il 100% dei fondi stanziati in bilancio, trasformandoli in opere e servizi: un risultato senza precedenti. Ponendo il focus su alcuni obiettivi centrati, non si può non menzionare la demolizione delle ville dei Casamonica a via del Quadraro e a Gregna Sant’Andrea, i 35 chilometri di infrastrutture ciclabili, tra quelle completate e quelle in fase di realizzazione – compreso l’ambizioso percorso ciclopedonale che scavalcherà il GRA e il cui progetto è giunto in Conferenza dei Servizi – a tutto vantaggio della mobilità sostenibile; l’enorme lavoro svolto sul fronte della sicurezza stradale, utilizzando strumenti già presenti altrove, ma scarsamente utilizzati a Roma, come attraversamenti luminosi o incroci rialzati. Abbiamo volto lo sguardo su pezzi di Città dimenticati da tutti: piazze e strade periferiche, come piazza Rosarno, piazza Castrolibero, la piazza di via dei Levii, via Flavio Stilicone, sono state riqualificate o pedonalizzate; mercati vecchi e fatiscenti, come quello al IV Miglio e a Piscine di Torre Spaccata sono stati riqualificati nell’ottica di renderli uno spazio di valorizzazione socio-culturale. Beni confiscati alla mafia sono diventati ristoranti didattici e Case di semiautonomia. Tutto fatto con fondi municipali. E abbiamo riversato entusiasmo e fondi negli ambiti dedicati ai giovani realizzando campetti polivalenti, aree ludiche e fitness, riqualificando 17 palestre scolastiche, intervenendo sulle scuole con opere di adeguamento antincendio e impermeabilizzazione. Non abbiamo lesinato energie nelle aree di nostra competenza e, qualora ce ne fosse data la possibilità, lo stesso impegno lo metteremmo nel cercare soluzione ad alcuni dei problemi irrisolti della nostra Città, come i rifiuti ed il trasporto pubblico.


Di recente ha fatto notizia l’accensione di un albero di Natale alto 12 metri nel cuore del Municipio VII, avvenuta ancor prima di “Spelacchio”. Un messaggio alla sindaca Raggi?


Nessun messaggio. Abbiamo acceso questo albero in collaborazione con il Poliambulatorio Affidea NSL. Da noi il connubio pubblico privato ha sempre funzionato ed è servito per dare ai cittadini servizi di alta qualità. Conoscendo la disponibilità di tante realtà private ad investire sulla Città, anche Spelacchio, (per altro quest’anno bello e maestoso) negli anni a venire, come accaduto in passato, potrebbe essere regolarmente realizzato con la collaborazione del mondo imprenditoriale privato.


A proposito del Campidoglio, lei ha deciso di candidarsi a sindaco, quali sono le sue idee per Roma?


Il primo punto del programma che presenteremo è il decentramento amministrativo che agevoli e valorizzi l’attività dei Municipi. L’esperienza maturata in questi anni ci ha fatto capire che riorganizzando Roma, definendo le competenze di ogni struttura e attuando il decentramento amministrativo molte difficoltà burocratiche troverebbero soluzione. Vogliamo portare avanti un’idea di politica che sia concentrata sul proporre soluzioni attuabili nel costante confronto con le realtà civiche che da sempre operano per la valorizzazione di questa città. Siamo fermamente convinti che Roma non possa essere governata da una persona sola al comando, serve una squadra coesa e competente. Noi siamo pronti a lavorare per cambiare questa città con un programma ambizioso, ma concreto, in collaborazione e in costante confronto con i territori e i cittadini, valorizzando competenze e professionalità di cui questa città è ricca.

Oltre alla riorganizzazione amministrativa, rivestono grande importanza per noi le politiche abitative avendo, ad oggi, 13.000 famiglie in lista d’attesa per l’assegnazione di una casa e lo sviluppo delle periferie, oggi abbandonate come sempre. Lavoreremmo per sbloccare 50 milioni di euro fermi nelle casse dei consorzi opere a scomputo che potrebbero essere utilizzati proprio per realizzare opere e servizi nelle periferie. Sul fronte rifiuti dal punto di vista impiantistico bisognerà procedere ad una riconversione dell’esistente e alla realizzazione di nuovi impianti e questo potrà avvenire nel medio e lungo termine. Ciò che si può fare subito è migliorare ed incrementare il servizio di raccolta differenziata.
Bisogna estendere il più possibile il “porta a porta” cosiddetto spinto a tutte le aree urbanisticamente idonee e migliorare il sistema di raccolta differenziata stradale sostituendo i cassonetti con mini isole ecologiche, postazioni di conferimento presidiate, cassonetti intelligenti. Deve essere separato l’umido dal secco all’origine stimolando il più possibile l’utilizzo di compostiere domestiche e di comunità. Bisogna migliorare l’informazione e la comunicazione verso i cittadini così da renderli protagonisti e parte attiva nel percorso di miglioramento e incremento della raccolta differenziata e prevedere riduzioni della TARI per i cittadini più virtuosi. Ai Municipi deve essere decentrata la funzione di controllo sull’attuazione del contratto di servizi e di sanzione nel caso del non raggiungimento degli standard richiesti nel contratto medesimo. Queste sono alcune delle proposte che stiamo mettendo in campo con l’aiuto di tecnici ed esperti del settore.


Per concludere, un grande rilievo hanno avuto le politiche green nell’amministrazione del suo territorio. Come interverrebbe sul tema a livello comunale?


Tra le politiche green per Roma punterei sicuramente alla valorizzazione del suo patrimonio ambientale. Roma è la Città più verde di Europa: questo significa che l’impegno nel garantirne la manutenzione deve essere massimo. Ma questo non basta; bisognerebbe attrezzare le nostre aree verdi con attrezzature sportive ed aree ludiche per renderle più fruibili e vivibili. Un’ attenzione particolare va data al patrimonio arboreo che deve essere monitorato costantemente e curato. In determinate aree va preservata la flora spontanea così da mantenere l’ecosistema faunistico che con essa convive. Altro settore importante per le politiche green è quello della mobilità sostenibile: incentivare la mobilità ciclabile, la micromobilità elettrica, potenziare il trasporto pubblico, in particolare quello su ferro, per disincentivare l’uso dell’auto privata sono alcuni degli obiettivi che ci poniamo non solo per migliorare la mobilità in città ma anche per ridurre le emissioni nocive e migliorare la qualità dell’aria. Inoltre, stiamo prevedendo un piano di efficientamento energetico degli immobili di proprietà comunale.


articolo inserito da: Jacopo Nassi
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