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Sport a Roma 09 settembre 2021 Serie A, sette sorelle. La Roma Viaggio nelle squadre a caccia dello Scudetto 2021-2022 La reincarnazione di
Marco Aurelio. Così, senza troppa enfasi, possiamo definire il nuovo allenatore
giallorosso, Josè Mourinho. Per due motivi. Il primo è che è stato proprio il
mister portoghese a dare il via alla sua nuova avventura sulla panchina romana
citando le parole dell’antico imperatore: «Perché sono qui? Sono vicino alla
statua di Marco Aurelio: nulla viene dal nulla e nulla ritorna al nulla». Lo ha
fatto per sottolineare l’importanza del “tempo” nel nuovo progetto romanista di
Dan Friedkin, basato sull’idea di costruire, nell’arco di due o massimo tre
anni una squadra che possa dominare in Italia e in Europa per sempre. Il secondo motivo per il
quale Mourinho ha citato Marco Aurelio è perché si sente come lui. Da grande
studioso qual è infatti, non senza manie di grandezza certamente, lo Special One coltiva, chissà da quanto
tempo, il desiderio di guidare la squadra che rappresenta una tradizione millenaria
e portarla alla gloria. Terrena ed eterna. Ad
imperitura memoria. Forse non lo ammetterà mai, ma il motivo principale che
lo ha spinto sulle rive del fiume sacro è da ricercare proprio lì, nella
visione di un’ epopea di trionfi, festeggiati davanti a folle oceaniche al
Circo Massimo. In fondo, lo ha sempre sognato. Lui e Roma erano
destinati ad unirsi, sono fatti l’uno per l’altra. Lui, degno erede del Principato di Ottaviano Augusto e dei più
gloriosi successori. Come, appunto, Marco Aurelio, l’ “imperatore filosofo”, in
quanto univa alla grande abilità strategica in battaglia una cultura enorme,
che abbracciava anche quello che ai tempi veniva indicato come mondo orientale. Sul campo, la rosa
romanista non è più forte delle altre, anzi. Certamente la società, spendendo
più di cento milioni di euro nel calciomercato, ha dimostrato una forza che le
altre si sognano. Ma non basta. Nelle prime due giornate
la Roma ha vinto e convinto. Prima in casa, battendo tre a uno l’ottima
Fiorentina di Italiano, poi in trasferta, demolendo col gigante Abraham, già
idolo dei tifosi, il debole fortino di Salerno. Il punto è uno: se
Mourinho riuscirà ancora una volta a fare la differenza rispetto ai colleghi,
conquisterà la gloria. E Roma, che già lo ama,
cingerà il suo capo di alloro. Per una lunga e infinita
epopea di trionfi.
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