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Commercio a Fonte Nuova 15 luglio 2021 Marco D'Archivio, l'arte del capello ai tempi del Covid Il noto parrucchiere di Fonte Nuova si racconta al nostro giornale Dall’inizio
della pandemia di Covid-19, anche nel nostro Paese, sono radicalmente cambiate
le nostre abitudini, il nostro modo di stare insieme e di vivere la nostra quotidianità,
insomma anche cose semplici e ritenute ovvie come andare dal parrucchiere o dal
barbiere ad un certo punto sono diventate (soprattutto durante il primo – vero –
lockdown) un sogno proibito e tutti noi, chi più chi meno, ci siamo ritrovati
con capigliature quantomeno fantasiose al momento della riapertura delle
attività produttive post lockdown. Storie che racconteremo e foto che probabilmente
parleranno da sole tra qualche anno. Proprio per
capire meglio come i professionisti di questo settore hanno vissuto i mesi più
complicati e stanno affrontando una difficile ripartenza abbiamo voluto dare
voce ad un “artista del capello”, uomo dalla grande esperienza con le forbici
in mano e con un gusto invidiabile per l’estetica e lo studio approfondito dell’arte
di creare acconciature, signore e signori diamo la parola a Marco D’Archivio,
parrucchiere in Fonte Nuova (RM).
Benvenuto
Marco e grazie per la tua disponibilità. Raccontaci: come nasce la passione per
il tuo lavoro? Nasce dalla voglia
di esprimermi, dal senso di libertà fin da
ragazzo, e ho individuato lo strumento capelli, che mi ha dato la possibilità nel
costruire le pettinature di esprimere la mia creatività ed evidenziare il lato
personale delle persone.
Prima
parlando mi dicevi che sotto ogni acconciatura c’è una persona, quindi il
parrucchiere è anche un po’ psicologo?
Il
parrucchiere deve avere una sensibilità spiccata, che aiuta ad interpretare al
meglio quello che è il concetto di bellezza in tutte le sue sfaccettature, che
aiuta poi ad identificarsi con un certo stile.
Veniamo da
mesi difficilissimi, a livello sociale e anche economico, con tante attività
che dopo essere state chiuse a lungo non sono riuscite a riaprire, non poter
lavorare è stato doloroso?
È stata dura,
ma lo vedo come una sorta di “punto zero”, di fermarsi forzatamente e di
riorganizzare e riflettere su come centrare l’obiettivo, ovvero rapportare la
nostra attività a quello che è la richiesta del mercato di oggi. In questo
periodo, avendo tempo per riflettere, insieme con chi mi aiuta ad organizzare,
abbiamo cambiato la gestione, con più concretezza e più servizi ai clienti: insomma
prima viene il cliente, poi viene la struttura e poi l’organizzazione, queste
tre chiavi portano a rivedere il servizio estetica/capelli. In questa
fase, il cliente vuole tornare ad esprimere la sua personalità, anche attraverso
l’estetica che per fortuna non ha dei costi eccessivi. Secondo me dopo essere
stati fermi, chi è stato attento a riorganizzare senza distrazioni è riuscito a
sviluppare di più e per noi dopo il lockdown il lavoro è senz’altro aumentato.
Come hai
ritrovato le persone dopo la pandemia?
Ho ritrovato
persone spaventate dal non sapere (soprattutto all’inizio) cosa fosse il Covid,
ma secondo me tutti o quasi durante il lockdown hanno provato a guardarsi
dentro e hanno iniziato a riflettere su come migliorare il nostro mondo e il
nostro modo di vivere e di stare insieme.
Il tuo
studio è a Fonte Nuova, lontano dal caos di Roma, con uno sguardo verso la Sabina
e verso la provincia, come sei riuscito a valorizzare la tua esperienza? Secondo me
la provincia è più solida, in centro abbiamo grandi afflussi periodici mentre
in provincia abbiamo un lavoro costante e solido, ad esempio il sabato pomeriggio
a Roma si lavora poco mentre qui da noi siamo pieni. Il bello della provincia è
anche quello di voler essere sempre in ordine e curati essendo realtà più
piccole dove ci si conosce tutti.
Progetti per
il futuro? Noi
cerchiamo di portare all’esterno quello che realizziamo nella nostra struttura,
e la cosa che mi sta dando molta carica è vedere i giovani, che secondo me a
dispetto di quello che molti dicono sono davvero in gamba, con le idee chiare,
educati e pronti al sacrificio. Oltretutto hanno una maggiore cultura rispetto
ad anni fa e idee innovative. Sto investendo molto su di loro. Credo nelle
nuove generazioni, le coinvolgo con gli stages e noto che averli accanto è una
crescita anche per me che sono lì ad insegnare loro, cresciamo tutti e gli
auguro davvero il meglio. Solo crescendo e impegnandoci tutti quanti possiamo
migliorare il nostro mondo, soprattutto dopo il Covid, che ci ha segnato tutti
quanti. Confidiamo nel futuro e nei giovani!
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