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Cultura a Fara in Sabina

23 giugno 2021
Viaggi in Sabina: Borgo di Farfa
Sesta tappa del nostro percorso tra le bellezze della regione

Poche decine di persone. Sì, avete letto bene. Borgo di Farfa è abitato da neanche un centinaio di persone, dedite soprattutto alla piccola attività artigianale. Come salire sulla macchina del tempo e tornare in uno di quegli antichi borghi di un tempo lontano.

Spieghiamo bene: Borgo di Farfa nasce intorno alla grande abbazia di Santa Maria, per cui vive e da cui, appunto, proviene.

Entrambi rientrano nella giurisdizione di Fara in Sabina, comune molto più grande di cui parleremo nei prossimi viaggi.

Ora però, un piccolo ma prezioso spazio lo vogliamo dedicare a questo piccolissimo borgo e soprattutto alla sua grande abbazia, meta da sempre di centinaia di turisti da ogni parte del mondo.

Fu fondata intorno al 680 dal francese Tommaso di Maurienne e arrivò addirittura a esercitare una vera e propria giurisdizione feudale nella Sabina. Quindi, un autentico centro di potere e controllo su gran parte della regione, controllo che spesso e volentieri a quei tempi faceva rima con dominio.

Fu letteralmente devastata nei periodi successivi dai Saraceni, che proprio in Sabina razziarono qua e là senza sosta e senza pietà.

Fu poi ricostruita nel X secolo dall’abate francese Ugo di Cluny, riconquistando lo splendore perduto.

Entrando più nello specifico, possiamo certamente affermare che il complesso monastico di Farfa ha l’aspetto di una vera e propria fortezza. Si passa subito per un portale in stile tardo romanico e si entra nel cortile centrale, dove si resta incantati dalla chiesa di Santa Maria, costruita nel 1492. All’interno, un autentico splendore: decorazioni e affreschi rinascimentali di ogni genere. In particolare, non possiamo non citare Il giudizio universale, affresco del fiammingo Baker.

Oltre alla chiesa, fanno parte del complesso monastico anche due chiostri: il primo con elementi romanici, mentre il secondo risale al Seicento.

Ma non è ancora finita la meraviglia: c’è anche una cripta antichissima, appartenente alla chiesa carolingia, ricca di affreschi. Poi, splendido, un sarcofago romano del III secolo.

Infine, ma non per ultima, la celebre biblioteca, ricca di volumi di ogni genere e grandezza.

In questo caso c’è poco da consigliare. Bisogna solo salire al più presto su quella macchina del tempo e fermarsi lì, dove il tempo si concede all’incanto.


articolo inserito da: Raniero Mercuri
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