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Cultura a Roma

19 febbraio 2021
Moni Ovadia: La Cultura costa, ma l'ignoranza costa molto di più
Intervista al maestro, su attualità e sapere

A volte nella vita capita di fermarsi a riflettere, per cercare di capire un po’ meglio come funziona il nostro “oggi” e soprattutto come stiamo cambiando a causa della pandemia di Covid-19 che ormai da un lungo anno ha modificato la nostra socialità. Ecco allora che riuscire a scambiare delle idee con un uomo di cultura e di grande spessore morale come il maestro Moni Ovadia, finisce per essere uno di quei momenti che mettono la nostra vita in pausa per circa un’ora, dai quali esci rinfrancato e speranzoso che la cultura ci salverà dall’inaridimento e dall’abbrutimento che questi tempi convulsi ci offrono.

Ringraziamo il maestro Moni Ovadia per la sua disponibilità e voglia di vivere e fare cultura, nelle prossime righe scoprirete che cosa ci ha voluto dire, rivolgendo anche un pensiero proprio al nostro giornale, a L’Eco della Sabina. Adesso prendetevi anche voi alcuni minuti e liberate la mente. Si parte.


Maestro buon pomeriggio, grazie e bentornato a Roma. Come ha trovato la città Eterna in questi giorni di permanenza, in un periodo segnato dall’assenza di turisti a causa della pandemia di Covid-19, che aria si respira per chi arriva da fuori e come lei ha una grande sensibilità?


“Roma è una città, oserei dire, scandalosamemte bella per cui resiste la sua bellezza, però certamente sapere della desertificazione del Centro storico è pesante, non solo per l’economia ma perché c’è il rischio che se il Centro diventa una zona depressa le persone se ne vanno e così finirà per intristirsi il tutto. Penso che Roma sia una città particolarmente accogliente, certo i problemi di Roma li conosciamo: le strade, le buche ecc… a mia opinione Roma dovrebbe essere guidata da sei sindaci, dividendola in sestieri con piena autonomia finanziaria e una volta al mese una riunione dei sindaci per dirimere le questioni di confine tra i territori e di interesse pubblico. Una volta ero nell’ufficio dell’allora sindaco Walter Veltroni, e mi sono reso conto di come Roma contenga al suo interno altre nove città italiane, è una città difficilissima da governare, è immensa! Ci sono scelte coraggiose che un politico fatica a prendere, per esempio Roma dovrebbe essere la città in cui si lancia una dimensione radicale di car sharing, perché ci sono troppe macchine, e così Roma affidandosi massicciamente a questa soluzione potrebbe diventare una città ecologica, tutta! Ma ci vuole un coraggio pazzesco e un sostegno generale da parte di tutte le categorie coinvolte…”


Parliamo adesso di cultura, e di come il Covid-19 sta incidendo su questo settore, con teatri e cinema chiusi e il settore in grande difficoltà, che ne pensa?

“Secondo me la scelta di chiudere cinema e teatri, è stata una scelta sconsiderata... ovvero si è deciso di tagliare con l’accetta! Si potevano invece sfruttare spazi all’aperto, e rispettare regole di accesso e di sanificazione, con spettacoli più brevi, con pause più frequenti e con capienza ridotta, diciamo il 40%.

Invece la politica nel momento più difficile per la comunità nazionale ha deciso di chiudere proprio la cultura, quella che permette alla gente di sentirsi parte di qualcosa… e la riprova sta nell’aver scelto la frase distanziamento sociale anziché distanziamento precauzionale, ovvero perché c’è un pericolo… ma non di carattere sociale”.


Maestro adesso un “regalo” per i lettori del nostro giornale, che ne pensa del territorio della Sabina?


“Il Lazio è una terra che ha Roma Capitale molto incombente al suo interno, ma in realtà si compone di terre molto belle e la Sabina è una terra assai bella e ricchissima di tradizioni popolari. Io ho amici che coltivano il canto popolare e tutta questa tradizione e vado molto volentieri quando mi invitano, e l’ho visitata quando ai tempi, ormai trascorsi, del canto popolare di lotta e di protesta io ho girato l’Italia in lungo e largo e quindi ho visitato anche il territorio della Sabina, e chi viene a visitare Roma deve sapere che vicino ad essa e fino ai confini con l’Umbria c’è una grande terra”.


Ci salutiamo con un aneddoto Maestro?

Un’osservazione sulla cultura, che ascoltai quando ricevetti il Premio “De Sica” per il teatro, della Presidenza della Repubblica, e c’era lì quel giorno anche Massimo Ranieri che citò Garcia Lorca: Vede Presidente la cultura costa, ma l’ignoranza costa molto di più.

Secondo me questa frase dovremmo scolpirla nel nostro Parlamento e in tutti gli edifici pubblici… ovvero: La cultura costa, ma l’ignoranza costa molto di più”.

Grazie al Maestro Moni Ovadia per averci permesso di mettere in pausa per alcuni minuti la frenesia e le preoccupazioni di questa nostra vita frenetica, sempre più legata al successo, all’apparire e all’ottenere tutto e subito piuttosto che ai valori più profondi “dell’essere”, che senz’altro ritroviamo nel immenso mondo della Cultura (con la C maiuscola).



articolo inserito da: Jacopo Nassi
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