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Sociale a Roma

18 febbraio 2021
Si uccidono tra loro
Una gioventù omicida. A Formia, l’ultimo dramma

Si uccidono tra loro. I nostri giovani, dopo risse furibonde scatenate da futili motivi, non si “accontentano” più di insulti e prese in giro, deprecabili ci mancherebbe, ma almeno legati ad eccessi di violenza controllabili, non finalizzata all’omicidio doloso e spesso premeditato, alla decisione di togliere dall’esistenza umana un altro adolescente.

Uno con il quale, magari, nella meravigliosa capacità di quell’età di lasciarsi tutto velocemente alle spalle, quasi un’elasticità dell’anima che pian piano svanisce con gli anni, il giorno dopo scoprire di avere interessi in comune, una ragazza di cui parlare o una squadra di calcio da tifare, un compito da copiare o una protesta da organizzare.

Invece no. Si ammazzano tra loro senza pietà. Una lama in pieno petto, un’ aggressione vile di tre contro uno. Oppure, ancora peggio, uccidono le ragazze. Sì, uccidono anche quelle che una settimana prima chiamavano “vita mia”. Appunto, loro e basta.

Ormai la cronaca nera è piena di delitti tra giovani. Una routine lacerante che sembra non aver termine. Un vortice di odio cieco e scatenato.

Le cause? Potremmo sciorinare le solite parole di circostanza, infette da perbenismo senza scrupoli che ascoltiamo puntualmente ogni volta che arriva una notizia così. La famiglia, le cattive compagnie, vere o presunte motivazioni razziste alla base, la droga e via banalizzando. Certo, sarebbero tutti punti da analizzare attentamente se davvero ci fosse qualcuno interessato a farlo.

Se non ci fosse una gioventù prima violentata e poi violenta. Violentata da un anno di obblighi non spiegati con cura, costretta e ristretta in un’ antiessenza emozionale senza supporti di alcun tipo. Trincerata da un’emergenza nazionale a cui non interessano gli effetti collaterali di una tutela generale, che dovrebbe includere e non tralasciare.

Le fragilità emotive dimenticate di tanti adolescenti, alla ricerca timida, silenziosa e spesso rabbiosa di aiuti che non hanno trovato in famiglie fatiscenti, simboli di una società ormai totalmente amorale, che confonde libertà e restrizioni, interesse e menefreghismo, stanno segnando con penna indelebile la devastazione della gioventù di questi tempi bui.

È una giustificazione alla follia omicida? No, nella maniera più assoluta. Vuole, invece, essere il tentativo di una umile ma decisa spiegazione del perché, da un anno a questa parte, sono raddoppiati gli omicidi tra giovani.

Il grido d’allarme dei ragazzi è evidente e drammatico. Coinvolgiamoli, non puntiamogli il dito contro ogni volta che cercano, disperati e silenziosi, quello per cui vivono: stare insieme. Parliamo veramente con loro, senza il massacro quotidiano per un’estemporanea “fuga” da qualche restrizione.

Il massacro totalitario a cui sono sottoposti continuamente da personalità fatiscenti e disinteressate alle loro vite, se non in funzione del proprio tornaconto che di collettivo ha solo la facciata perbenista in doppio petto, deve cessare.

Per lasciar posto a un vero dialogo d’amore e comprensione. Per non far sì che questa rabbia repressa continui a crescere come un fuoco che divampa.

A Formia, due giorni fa, dopo una rissa tra ragazzi per futili motivi, un diciassettenne ha preso un coltello e ha ucciso un altro diciassettenne.

Già, i nostri ragazzi si uccidono tra loro. Tra il finto interesse nazionale.

 

 

 


articolo inserito da: Raniero Mercuri
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