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Sociale a Roma

28 ottobre 2020
Noi, cittadini modello
La mascherina ci salverà, non dubitiamone mai

Vi scrivo con la mascherina. Davanti a me un pc spossato, forse anche lui demone asintomatico di questo virus letale.

Il terrore mi blocca le dita. Ma devo scrivere, ho l’obbligo morale, come direbbe chi ci guida, di trasmettere un messaggio di misericordia e responsabilità a tutti gli italiani.

Dobbiamo resistere. Grazie al contributo di tutti: governo, virologi e media in primis, siamo riusciti a salvare milioni di vite a marzo-aprile scorso. Un lockdown del cuore, come abbiamo deciso di ribattezzarlo. Lo ricorderemo per sempre come un sogno di fratellanza e umanità. Nato sì dal terrore ma sfociato in “limitazioni d’amore” indimenticabili: distanziamento umano, divieto di assembramento, fallimenti di lavori vetusti e inserimento di nuovi digitali. Soprattutto loro, però: le mascherine. Col tempo abbiamo imparato ad apprezzarle e a sentirle parte di noi, delle nostre famiglie. Sono anche cultura, diciamolo: le nostre librerie online sono già piene di e-book per bimbi, scritti da prestigiosi sociologi che insegnano, come in una fiaba della buona notte, come considerarla la nuova amichetta del cuore. Così, nella magìa della sera, dopo una dolce carezza con gli occhi al nostro bimbo, attorniati da peluches mascherati, spegniamo la luce.

Grazie al Covid abbiamo anche scoperto nuove forme di progresso un tempo impensabili. Sì, siamo diventati definitivamente digitali, cuori online che battono allo stesso suono di un click. Abbiamo scoperto la meraviglia di non abbracciare un amico, di non vedere bimbi giocare insieme o gruppi di persone discutere a meno di un metro.

Grazie, di cuore. Per aver deciso di impiegare l’esercito per atti eroici anti Covid, come chissà, fare irruzione a mitra spianati in un centro anziani disobbediente durante un giro di tresette. Molla l’asso nonnetto o sarà l’ultimo. Magari alzando a forza le mascherine sopra il naso ad eversivi novantenni. Dannati negazionisti, che mentre contano i punti inneggiano a Hitler e deridono l’Olocausto. O una partita di bocce finita male. Colpa di quel dannato boccino non sanificato. Terrapiattisti della socialità, dello stare insieme. Non lo avete capito che il mondo è cambiato? Che è delinquenziale stare a contatto, che rischiate di morire voi e di positivizzare i nipotini innocenti? Loro, piccole e candide anime distanziate e poi baby gang del virus, per colpa di una diabolica matita prestata e non disinfettata?

Non riuscite proprio a capirlo eh, razza di naziskin che ancora girate senza SPID, che non sapete cosa sia il rispetto delle regole, irresponsabili dispensatori di carezze? Voi, che a un passo dall’aldilà minate la nostra sicurezza, imponendo con violenza germi ovunque. Che ancora vorreste farvi un giro di carte senza sterilizzarle ogni minuto, prima di salutare. Eh no, non ci provate nemmeno, noi non ve lo permetteremo.

E poi ancora voi, che fate l’amore, vergognatevi. Non riuscite a capire che è contagioso, che Lui è dietro l’angolo, pronto a colpire come un lampo? Chiedete alla prostata di Briatore, simbolo iconico del negazionista impotente. L’indiscutibile virologo ce lo ha detto chiaramente: «Basta sesso, l’unica via è il fai da te». E allora via diottrie e occhiali da sole per tutti. La strada santa verso la cecità è segnata. Ma non ci importa, anzi, meglio così.

In fondo, si può rimandare di qualche anno la tanto attesa “prima volta” di due adolescenti innamorati. Mentre per gli anziani sarà per la prossima vita. Niente da fare vecchio mio.

Dal nostro cuore: grazie mascherina. Grazie di tutto. Con te all’aperto e al chiuso mi sento nel guscio più sicuro al mondo. Tu sei il mio mondo. Mi hai illuminato sui complottisti, schizofrenici frustrati, cittadini di una realtà parallela e deviata.

Noi sappiamo riconoscere chi ci ama, i nostri servigi non mancheranno mai verso i nostri pastori di anime vaccinate. Noi che sorridiamo con gli occhi e non ci abbracceremo più, siamo i veri paladini della libertà e dei diritti degli ultimi. Certo, non di quelli scesi a migliaia in tutte le piazze italiane al grido “libertà, libertà”, quei delinquenti ex lavoratori che da marzo scorso stanno perdendo tutto. Neanche dei bambini con handicap, emarginati e lasciati soli dalla “società del Covid”, né di tutti i malati dimenticati, colpevoli di avere altre patologie. Che pretendete da noi?

Da noi che, armati di binocolo, aspettiamo il Santo Natale per la spiata vincente. Ridendo sotto la mascherina quando i sette al tavolo del vicino urleranno: «Tombola al cartellone!».

E tombolino al commissariato.

La nostra vita è distanziata e ce ne vantiamo. Attendiamo con ansia un nuovo lockdown, con le nostre bandiere al vento sui balconi, cantando e scrivendo ciò che è corretto.

Alla faccia del vostro vecchio mondo. 


articolo inserito da: Raniero Mercuri
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