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Sport a Roma

29 agosto 2020
Rossi e i jolly della vita
Gp d’Austria MotoGp, Valentino rischia grosso

Miracolato. Diciamolo senza troppi giri di parole. È il nono giro del gran premio d’Austria, una delle tappe iniziali di un mondiale in divenire, influenzato dalle stringenti regole anti Covid.

La battaglia per le prime posizioni è appassionante: Mir, Miller, Dovizioso, in un continuo alternarsi di sorpassi e controsorpassi, curve e rettilinei da affrontare tutti d’un fiato.

Valentino Rossi è un po’ indietro, circa a metà del gruppo. Davanti a lui, il compagno di scuderia, lo spagnolo Vinales. Distanziato da loro, di poco, c’è un gruppone che sgomita.

Tra questi il francese Zarco e il nostro Morbidelli. Spuntano improvvisamente appaiati sul rettilineo, poco prima di una tremenda curva a gomito in salita. Velocità? Poca roba, sui 300 km/h.

Inspiegabilmente e in modo terribilmente pericoloso, Zarco da sinistra taglia verso destra, sbarrando la strada a Morbidelli. L’italiano cerca di frenare ma l’impatto è inevitabile: ruota posteriore contro ruota anteriore. Salta tutto. Loro e le due moto. I piloti schizzano via come proiettili sulla ghiaia, fortunatamente non in pista, dove il gruppone avanza a tutta velocità. La loro corsa si ferma lì: Zarco sta abbastanza bene, Morbidelli no. Soccorso, in ospedale gli riscontrano diversi traumi, fortunatamente non particolarmente gravi.

Lassù intanto, il “dio dei piloti” sta per calare i suoi jolly su due caschi. Quello di Vinales e soprattutto quello di Valentino Rossi.

Vi starete chiedendo che fine hanno fatto le due moto, giusto? Quella del francese è schizzata via sul muretto di gomma distruggendolo e trapassandolo, per poi rispuntare come un missile prima davanti a Vinales e dopo davanti a Rossi, evitandoli per un niente. E via col primo jolly.

Un istante dopo, e in modo ancora più miracoloso, è la moto impazzita di Morbidelli a passare tra i due e a sfiorare il Valentino nazionale. Niente, nessun impatto. Indenne. Calato anche il secondo jolly.

Se l’è vista brutta Rossi, come mai prima. A dirlo è proprio lui: «Il rischio più grande della mia vita».

Con un po’ di retorica, ci viene in mente il povero Simoncelli e il mortale incidente in Malesia di diversi anni fa. Quel giorno al “dio dei piloti” non entrò una carta, neanche un misero jolly.

Sì, Rossi c’è.

 


articolo inserito da: Raniero Mercuri
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