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Arte&Editoria a Roma

23 agosto 2020
Il Mistero della Casa delle Civette è la nuova avventura di Ettore Misericordia e Fango, investigatori per le vie di Roma
Il romanzo dei fratelli Morini mescola esoterismo e giallo classico, per raccontare la Città Eterna


Tornano più pirotecnici che mai, con la loro riuscita mescolanza di luoghi e di personaggi che raccontano la Città Eterna, i fratelli Morini: autori teatrali e televisivi, scrittori e giallisti al loro quarto racconto delle avventure di Ettore Misericordia e Fango, investigatori-librai per le vie dell’Urbe. Lo schema narrativo ricalca i precedenti tre gialli intitolati Nero Caravaggio, Rosso Barocco e Il giallo di Ponte Sisto, c’è Roma e la sua storia al centro. E c’è anche una impalcatura scenica che riprende, omaggiandoli, alcuni aspetti del giallo classico di cui gli autori sono degli appassionati.

C’è l’indagine condotta in coppia come nei primi gialli di Agatha Christie dove Poirot e il capitano Hastings si muovono tra i meandri del “male”, c’è l’istrionismo e l’ironia di Ellery Queen in Misericordia, c’è l’idea di due personaggi, uno arguto e sottile, l’altro leale e solidale che aiutano un ispettore burbero e un po’ troppo pragmatico come lo era Japp di Scotland Yard, nei racconti della regina del giallo. C’è anche un richiamo ai fumetti di Tiziano Sclavi dove Dylan Dog e Groucho Marx aiutano il severo ispettore Bloch, nella Londra degli incubi che qui si collegano alla magia di alcuni luoghi di Roma.

Ci sono soprattutto, però, i due protagonisti Ettore Misericordia e Fango che si completano e sostengono a vicenda e che danno battaglia alla serie di fascinosi, controversi e gotici antagonisti, in quel brillante e grande teatro di strada, di felliniana memoria, che è il giallo di Max e Francesco Morini. Il titolo è suggestivo e traccia un solco nuovo nella saga, introducendo i temi della magia e dell’esoterismo: Il Mistero della Casa delle Civette. La omonima casa che si trova all’interno delle mura di Villa Torlonia e che era di proprietà del principe Giovanni, che fu un grande cultore dell’occulto.

A partire da piazza Vittorio (altro luogo “magico” di Roma) dove un assassino colpisce, con la mannaia metaforica del pendolo di Edgar Allan Poe espressa sotto forma di compasso, a morte una cartomante, il caso prende corpo. E gli attori della pièce “gialla” entrano in scena, mettendo subito nelle indagini tra le vie e le piazze di Roma la loro personalità. C’è il burbero e scontroso ispettore milanese Ceratti, c’è l’ironico e innamorato Fango, c’è il solerte e pedante appuntato Cammarata, c’è l’avvenente e ambiziosa giornalista Cecilia e poi c’è lui, Ettore Misericordia, il protagonista istrionico e indolente come lo era Vittorio Gassman nei Soliti ignoti.

La personalità e il carattere sono importanti in qualsiasi azione e a maggior ragione nell’indagine su un caso di omicidio. I fratelli Morini sono bravi nel mescolare e far compenetrare tra loro i tratti dei personaggi che snocciolano il giallo classico nei meandri della Città Eterna. La loro scrittura fluida, volutamente per questa quarta opera mescolata tra il racconto e il taglio giornalistico più asciutto, descrive con la stessa attenzione anche i gotici: gli antagonisti dei due eroi che amano i libri e la storia di Roma. La carrellata è suggestiva e va dalla cartomante a suo padre, dal famoso sensitivo del ’900 Gustavo Rol a Benito Mussolini, dal principe Giovanni Torlonia cultore dell’esoterico alla direttrice delle visite della Casa delle Civette, dal mago Willy al proprietario di una boutique fino alla misteriosa mano che brandirà il compasso di massoniche simbologie. Nei romanzi gialli è importantissima la figura dei cattivi, degli oscuri, dei gotici appunto.

I due autori riescono perfettamente a caratterizzarli, a entrare nelle loro pieghe mentali, a scolpirne la solitudine, a metterli di fronte a Misericordia e Fango durante la loro indagine con la precisione matematica che Napoleone attribuiva al caso. Ognuno è al posto giusto nel momento giusto, e anche due figure del passato novecentesco come Gustavo Rol e Giovanni Torlonia interagiscono nelle indagini. Un viaggio nell’esoterico, nell’occulto, nella simbologia che la Roma magica nasconde all’occhio inesperto e ancora non smaliziato dalla capacità dell’osservare, che porterà Misericordia e Fango ad affrontare un caso intrigato e anche a rivisitare se stessi, i loro sentimenti, il loro rapporto d’amicizia.

Un giallo che mescola nel migliore dei modi la sua tradizione letteraria con la storia di una città, con il taglio sui personaggi, con un tema affascinante e pericoloso come l’esoterismo, aprendo a una nuova forma del genere: quello della mescolanza di più elementi. Con Max e Francesco Morini, cantori della Roma esoterica, in splendida forma letteraria.


articolo inserito da: Matteo Quaglini
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